Nebbia
Partivo sempre in mattine
nebbiose (con vaporose
e lunghe locomotive nere),
e mi mettevo a sedere
-nel fumo della stazione-
d'angolo, in un vagone.
Partivo nell'ora albina
e umida, quando la brina
copriva ancora i binari
a lutto, e straordinari
suonavano gli ululati
degli altri treni, bagnati.
Partivo senza capire
dove mai andassi a finire.
Avevo nel capo nebbia;
nel cuore verde una Trebbia.
Il tempo era di prima
che avesssi conosciuto Rina.
G. Caproni
Il testo è autobiografico, non solo per il riferimento alla moglie del poeta, ma per il racconto dell'esperienza da lui realmente vissuta nei viaggi compiuti in treno, avvolto dalla nebbia delle matinate invernali. Secondo me, l'autore è davvero abile nel rappresentare, anzi oserei dire nel dipingere questo quadretto, così noto a che si trova a dover viaggiare in treno attraverso le valli nebbiose del nord.
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Stupenda la nebbia...
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